STRADA MANGIANDO
street food e non solo

Addio a Fabio Picchi, lo chef del Cibreo di Firenze 

E’ morto Fabio Picchi, lo chef del Cibreo di Firenze, uno dei ristoranti più noti della Toscana. Aveva 67 anni e da tempo era malato. Rinnovatore della cucina regionale, unendo alle tipicità toscane contaminazioni culturali anche esotiche, nel suo locale ha accolto tanti vip e persone comuni.

Nato a Firenze il 22 giugno 1954, Picchi nel 1979 aveva aperto nel cuore della città, nel quartiere di Sant’Ambrogio, il suo ristorante, il rinomato Cibrèo; a questo tempio della cucina si affiancheranno, negli anni, il Caffè Cibrèo, il Cibreino e il Teatro del Sale, fondato nel 2003 con la moglie, l’attrice Maria Cassi, che l’ha vista protagonista tra i tavoli apparecchiati davanti al palcoscenico dell’innovativo locale, che ha richiamato un pubblico internazionale, compreso il principe Carlo d’Inghilterra, e molto amato dall’ex sindaco di Firenze Matteo Renzi.

Fino all’ultimo Picchi ha vissuto tra le cucine, le sale dei suoi ristoranti e il palcoscenico del Teatro del Sale, ricoprendo un ruolo di primissimo piano nel panorama culturale della città. Molto noto al pubblico italiano per le sue numerose apparizioni televisive: Picchi ha collaborato con Sveva Sagramola alla trasmissione “Geo&Geo” in onda su Rai 3, ha partecipato ad altre realtà televisive nazionali e ha portato in giro per il mondo la “Lezione di cucina n° 0”, una lezione parlata che avvicina all’amoroso e responsabile gesto del “fare” da mangiare.

Picchi ha pubblicato libri di ricette e romanzi con Rai Eri, Mondadori Electa e Mondadori. Per Giunti di recente ha scritto “Firenze. Passeggiate tra cibo e laica civiltà” (2015, edizione italiana e inglese) e “Papale Papale” (2016). L’Accademia Cibrèo – scuola di cucina toscana – è il suo ultimo progetto, con cui ha chiamato a raccolta tutti coloro che desiderano imparare il mestiere di cuoco e del servire. In una breve nota biografica lo stesso chef così si presenta: “Fabio Picchi nasce fiorentino il 22 giugno 1954 aspirando immediatamente, per il labronico cognome, alla cittadinanza e natalità livornese.

Irrequieto nel suo percorso scolastico, perseguitato da un perenne e perentorio: ‘Il ragazzo è intelligente ma non si applica…’, trova nei cinema pomeridiani e nei teatri serali felice soddisfazione e profondo insegnamento. Si innamora di tutto ciò che legge e vede. Passa dalla Facoltà di Lettere, per 5 minuti, e per 3 ore da Scienze Politiche. Trova lavoro nell’alba delle prime Radio e Televisioni libere fiorentine.

Si rifugia per 6 minuti nella ditta paterna annunciando poi a tutta la famiglia che avrebbe aperto un ristorante. Fu così che l’8 settembre del 1979, dandosi una forte manata sulla fronte, entra nel mondo adulto con il suo Cibrèo. Dopo l’incontro con sua moglie, l’attrice, autrice-regista Maria Cassi, nel 2003 fonda con lei il Teatro del Sale inaugurando una nuova stagione di condivisa creatività, che trova anche nella nascita del mensile l’Ambasciata Teatrale un ulteriore luogo d’incontro culturale con i tanti collaboratori e i tanti straordinari amici”.

Il primo sui social a esprimere cordoglio è stato sui social Matteo Renzi: “Ci mancherai tanto, Fabio. Ma porteremo con noi la tua incontenibile fame di vita. Piango e abbraccio la Maria e i tuoi ragazzi. Ciao, colonna di Sant’Ambrogio, vecchio cuore di Firenze”. Il sindaco di Firenze, Dario Nardella ha commentato: “Una notizia terribile che ci addolora profondamente, un dolore immenso. Ci mancherà tantissimo. Per me Fabio è stato non solo un punto di riferimento nella comunità fiorentina ma un amico vero e lo ringrazio per la sua vita e per il suo lavoro, per la sensibilità sui temi dell’ambiente e dell’inclusione sociale.

Era una persona autentica, sempre sorridente, animata dalla volontà di partecipare alla vita fiorentina e tramandare la passione per il cibo con un’attenzione particolare alla sostenibilità. Fabio amava visceralmente il suo lavoro e la sua città: ristoratore affermato; non aveva mai smesso di investire nella sua Sant’Ambrogio e di spronare l’amministrazione con idee di riqualificazione dell’area. Mi stringo a Maria, ai suoi figli straordinari e ai familiari tutti esprimendo loro la mia vicinanza e quelle dell’amministrazione e della città intera”. “Addio a uno chef non comune e a un fiorentino vero, anche nelle sue asperità di carattere”. Così il presidente di Confartigianato Firenze, Alessandro Sorani, esprime il cordoglio dell’associazione per la morte di Fabio Picchi, chef patron del Cibreo.

Il cordoglio del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani

Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha dichiarato: “E’ morto lo chef Fabio Picchi, fondatore nel 1979 del ristorante Cibreo a Firenze; il locale che lo ha reso famoso nel mondo per il suo estro. Di recente aveva ceduto l’attività, per concentrarsi sulla bottega di alimentari Cibio – Cibo buono italiano e onesto -, un inno alla buona cucina e all’autenticità e sostenibilità, aperto sempre a ridosso del mercato di Sant’Ambrogio a Firenze. Picchi negli ultimi anni aveva aperto anche l’Accademia Cibreo, scuola di cucina toscana, e fondato sempre nel 2003 con la moglie, sempre a Firenze, il Teatro del sale, un luogo dove, mangiando, ascoltare musica di ogni genere, vedere spettacoli ed assistere alla nascita di produzioni teatrali”.

“Con lui – sottolinea il presidente Giani – se ne va un pezzo di Firenze e di Toscana che si è fatta conoscere e apprezzare nel mondo per la sua creatività e genialità. Picchi è stato un ambasciatore del gusto e dei sapori della nostra regione, capace di esaltare la semplicità e genuinità della nostra cucina e farne un veicolo di cultura; cultura enogastronomica ma anche cultura nel senso più ampio, in una tradizione intimamente toscana che sa mettere insieme arte, convivialità e piacere della tavola. Picchi è stato infatti anche scrittore e personaggio televisivo. Se n’è andato a 67 anni.

Era malato da tempo ma si è aggravato all’improvviso e lo fino a pochi giorni fa molti lo hanno visto dietro al bancone della sua bottega a Sant’Ambrogio, pronto come sempre a raccontare aneddoti di cucina, storie dei prodotti toscani o di un suo piatto. Prodigo di consigli preziosi per tutti, con le sue dritte per non sbrigare nulla di quello che uno si ritrova in frigorifero ma con la sicurezza di tirarne fuori un piatto semplice ma gustoso”. Il presidente Eugenio Giani esprime il suo personale cordoglio alla famiglia per la perdita.