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A Tenute Tomasella si iniziano a produrre i primi vigneti sperimentali

Tenute Tomasella continua ad impegnarsi in importanti azioni di ricerca agricola sui terreni e vigneti, grazie alla fiducia e alla collaborazione del C.R.E.A., il principale Ente italiano di ricerca sull’agroalimentare. Grazie all’autorizzazione ottenuta dalla Regione Veneto, il C.R.E.A. ha avviato una sperimentazione finalizzata a valorizzare le varietà autoctone e le nuove varietà, supportando così l’impegno di Tenute Tomasella.

Nel contesto di questa ricerca, sarà condotto uno studio approfondito sulle varietà resistenti alla flavescenza dorata e alla peronospora, due malattie che hanno un impatto significativo sulle coltivazioni. Tenute Tomasella, come prima realtà vinicola coinvolta e con la più ampia estensione di terreno assegnata, gestirà complessivamente 2,5 ettari di vigneto. Questo percorso di ricerca comprende diverse iniziative, tra cui l’ampliamento delle basi ampelografiche regionali.

Si tratta di un impegno significativo che mira a rispondere alle attuali richieste di mercato, che necessitano di vitigni più robusti, e tiene conto dei sempre più evidenti cambiamenti climatici. Tuttavia, è anche una scelta rischiosa, poiché il tempo necessario per la crescita delle piante (almeno 3 anni) implica che non si possa avere immediatamente la certezza di ottenere una vigna con varietà autorizzate. Nonostante ciò, è una scelta coraggiosa, anche se al momento non è possibile commercializzare queste uve.

Sono state impiantate otto varietà, di cui tre a bacca bianca nel comune di Portobuffolé (TV) e cinque a bacca rossa nel comune di Mansué (Treviso). Le varietà bianche includono l’Alvarinho (Portogallo), il Petit Manseng (Francia) e il Vermentino (Italia), mentre le varietà rosse comprendono il Marselan (Francia), l’Arinarnoa (Francia), il Tempranillo (Spagna), il Touriga National (Portogallo) e il Castet (Francia).

Queste varietà di uve sono state scelte per la loro maturazione tardiva, tenendo conto del cambiamento climatico che ha portato ad un’anticipazione della maturazione ad agosto, quando le temperature sono ancora elevate. Posticipare questa fase consente di ottenere un maggiore equilibrio tra zuccheri, aromi e acidità dell’acino, un fattore essenziale per produrre vini con una marcata longevità.

La sperimentazione avrà lo scopo di comprendere i tempi di maturazione una volta che queste varietà si saranno adattate al clima di questo territorio. Si tratta di un investimento considerevole per un progetto di studio a lungo termine, che il C.R.E.A. si impegnerà a monitorare e fornirà aggiornamenti periodici sull’andamento progressivo, accessibili a tutti gli interessati.

SIMONE SCARSO