Ad andare in giro per le strade di Palermo, il visitatore non rischierà certo di morire di fame!
I luoghi ideali per il primo approccio alla cucina di strada palermitana, un tempo chiamata “dei buffittieri” (dal francese buffet), sono senza dubbio i mercati cittadini della Vucciria, Ballarò, il Capo e Borgo Vecchio. Se siete amanti dei gusti forti, puntate dritto ai bracieri delle Stigghiole (spiedini di budella di agnello o vitello). Ambulanti in bicicletta o a bordo di lambrette trasportano in cesti coperti da un panno la frittola (parti grasse di maiale fritte, servite ben pepate su di un quadrato di carta paglia). Da calderoni fumanti potrete gustare il quarume (bollito misto di trippa).
Sempre nel palermitano, sono diffuse le friggitorie su strada dove si prepara il popolare pani ca meusa (pane con la milza – soffice focaccia ripiena con ritagli di milza di vitello, fegato, esofago e polmone, bolliti e ripassati nello strutto. Vi è la versione del panino schietto (con sale e limone) o maritato (con caciocavallo grattugiato o ricotta). Nelle friggitorie, è inoltre possibile mangiare prelibati timballi di anelletti, gattò di riso o di patate, pesce marinato, sarde a beccafico, melanzane, cardi e cavolfiori fritti, carciofi arrostiti, e ancora trigghiola (minutaglie di triglie fritte), cazzilli (crocchette di patate), caponata e sfincione (pizza alta e soffice condita con pomodoro, cipolle, acciughe e caciocavallo).
Altra “star” della cucina di strada è il pane e panelle (panino imbottito con frittelle di farina di ceci e prezzemolo). Nei mercati rionali è inoltre possibile degustare i polpi bolliti, le patate bollite, carciofi e fagiolini a seconda della stagione. Insomma, ad andare in giro per le strade di Palermo, il visitatore non rischierà certo di morire di fame!