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Etichette obbligatoria per salami e mortadelle: si tutela il Made in Italy

Entra in vigore l'obbligo di indicare in etichetta l'indicazione di provenienza su salami, mortadella e prosciutti per sostenere il vero Made in Italy e smascherare l'inganno della carne straniera spacciata per italiana. Lo rende noto la Coldiretti nell'annunciare che è scaduta il 31 gennaio la proroga di due mesi concessa dal Ministero dello Sviluppo economico per la piena applicazione del Decreto interministeriale sulle Disposizioni per 'l'indicazione obbligatoria del luogo di provenienza nell'etichetta delle carni suine trasformatei'. 

“Un appuntamento storico in un momento di grande crisi per aiutare a scegliere l'82% degli italiani che con l'emergenza Covid vogliono portare in tavola prodotti Made in Italy per sostenere l'economia ed il lavoro del territorio, secondo un'indagine Coldiretti/Ixe'. La norcineria italiana- continua la Coldiretti- e' un settore di punta dell'agroalimentare nazionale grazie al lavoro di circa centomila persone tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione con un fatturato che vale 20 miliardi ma che e' stato fortemente ridimensionato nel 2020 per effetto della chiusura della ristorazione che rappresenta uno sbocco di mercato importante soprattutto per gli affettati di grande qualita'”. 
“L'entrata in vigore dell'etichetta Made in Italy sui salumi e' dunque un momento di svolta per i produttori italiani, duramente colpiti dal crollo dei prezzi dei maiali e dal contemporaneo aumento di quelli delle materie prime per l'alimentazione degli animali. Il risultato e' che le quotazioni pagate agli allevatori di maiali sono crollate fino al -38% durante la pandemia e solo nelle ultime settimane, proprio con l'avvicinarsi dell'introduzione dell'obbligo dell'indicazione d'origine, si e' registrata una timida ripresa, secondo un'analisi del Centro Studi Divulga. Il provvedimento, e' importante per garantire trasparenza nelle scelte ai 35 milioni di italiani che almeno ogni settimana portano in tavola salumi, secondo un'analisi Coldiretti su dati Istat, ma anche per sostenere i 5mila allevamenti nazionali di maiali messi in ginocchio dalla pandemia e dalla concorrenza sleale. A preoccupare e' infatti l'invasione di cosce dall'estero per una quantita' media di 56 milioni di 'pezzi che ogni anno si riversano nel nostro Paese per ottenere prosciutti da spacciare come Made in Italy”.