Cristian Maretti (presidente Legacoop Agroalimentare): «Le aziende agricole siciliane rischiano il collasso per la carenza di pioggia e per la strutturale mancanza di acqua negli invasi della regione»
Filippo Parrino (presidente Legacoop Sicilia): «Il rischio è la chiusura di decine di aziende con il conseguente depauperamento delle campagne e del nostro patrimonio agricolo»
«Aumento delle temperature e scarsità di pioggia, mettono in crisi l’agricoltura in Sicilia. Dalle nostre cooperative arriva un disperato appello in quanto filiere come quella vitivinicola ed ortofrutticola, già fortemente provate dai cambiamenti climatici e dalla peronospora, rischiano letteralmente il collasso». Cristian Maretti presidente di Legacoop Agroalimentare sottolinea la drammatica situazione che si vive nelle campagne siciliane e non solo vista la dichiarazione dello stato di crisi e di emergenza regionale avvenuta a fine marzo da parte della Regione Sicilia con la riduzione forzata dell’uso d’acqua e il razionamento anche per scopi domestici. A pesare «come raccontano le cooperative siciliane di Legacoop Agroalimentare, è, sì la siccità ma anche l’ormai strutturale carenza d’acqua negli invasi», continua Maretti. «La crisi che colpisce gli invasi siciliani rischia di avere contraccolpi drammatici sulla produzione agricola dell’isola». Soltanto a marzo sono mancati 300 millimetri di pioggia, ma è stato il settimo mese consecutivo con precipitazioni inferiori alla norma.
«Nella Giornata della Terra, la difficile situazione in Sicilia è un invito urgente a far sì che la sostenibilità sia un stile che caratterizza scelte e azioni di tutti come da sempre lo è per le filiere cooperative», commenta Maretti.
Per la Regione perdite in agricoltura fino a 2,7 miliardi di euro. Il peso dell’agricoltura in Sicilia è importante. È tra le regioni d’Italia con le maggiori superfici agricole utilizzate (1,342 milioni di ettari, 338mila destinati a biologico), conta 142.416 aziende attive nel settore agricolo che arrivano a 160.629 (il 13% del totale Italia) con il tutto il comparto agrifood, e un valore alla produzione di 9,7 miliardi di euro. La Regione ha stimato perdite comprese tra 1 e 2,7 miliardi di euro a seconda delle precipitazioni che dovessero verificarsi o meno nei mesi di aprile e maggio.
Misure a sostegno del comparto agricolo e di quello zootecnico. Con la siccità ad essere in crisi e a subire danni, continua Maretti, sono «l’agricoltura e la zootecnia dove, tra l’altro, pesa la mancanza di scorte di fieno e l’assenza di pascoli verdi. Ecco perché è urgente che sia dichiarata l’emergenza nazionale in Sicilia e sono necessarie, da parte di Regione e Governo, misure compensative in grado di sollevare il settore agroalimentare ormai in ginocchio», commenta il presidente di Legacoop Agroalimentare.
Il rischio, evidenzia Filippo Parrino presidente di Legacoop Sicilia, «è la chiusura di decine di aziende con il conseguente depauperamento delle campagne e del nostro patrimonio agricolo. La dichiarazione dello stato d’emergenza è l’unico strumento, al momento, in grado di dare ristoro all’economia agroalimentare della Sicilia che adesso, in codice rosso, non può permettersi lungaggini burocratiche».