Firriato a Verona porta l’Etna sugli scudi affermando la centralità di queste produzioni di nicchia. Due nuove etichette e nuovi traguardi di sostenibilità i temi proposti. Federico Lombardo di Monte Iato: “Ottimismo e programmazione per affrontare il futuro post pandemia”
Firriato torna al Vinitaly con sempre più Etna e un profilo sempre più green. “La domanda di vini dell’Etna è in crescita e si sta orientando su scelte sempre più identitarie e di fascia medio alta – spiega Federico Lombardo di Monte Iato, Coo di Firriato. – e a Verona intendiamo presentare l’ecletticità di questo territorio e dei suoi vitigni di tradizione, con due progetti produttivi specifici e fortemente connotati: un rosso importante, selettivo e di alta riconoscibilità, e il Gaudensius nelle sue diverse declinazioni, sino all’ultima, un pas dosè, al suo esordio”.
In oltre 25 anni di esperienza produttiva sul grande vulcano siciliano, 78 ettari vitati in dodici differenti contrade, sul versante nord dell’Etna, nel territorio tra Castione di Sicilia e Randazzo, l’azienda della famiglia Di Gaetano ha realizzato il suo progetto del cuore. Una viticoltura di tradizione che procede su terrazzamenti, tra sciare e radure pietrose, con esposizioni e suoli differenti ed un’ampia altimetria dai 550 fino ai limiti superiori della DOC. E poi c’è Cavanera, l’anfiteatro viticolo tra i più belli di quell’areale dove insiste il vecchio palmento del XVII secolo – oggi trasformato in uno splendido wine resort – e il tesoro del vigneto prefillossera, ai piedi della nuova cantina in parte ipogea gioiello della bioarchitettura. Un fazzoletto di terra che custodisce una rarità assoluta: una vecchia vigna ad alberello con piante senza portainnesto con un’età, determinata con un’analisi dendrocronologica, che certifica un’età superiore ai 150 anni di vita.
È questa la super sorpresa di Firriato per il Vinitaly della rinascita. Un super rosso – il Signum Aetnae – vendemmia 2014 – un DOC Etna Riserva con poco più di tremila bottiglie. È un figlio prediletto, austero, aristocratico, unico. Il suo segreto più profondo il tempo trascorso tra grandi tonneaux di rovere di Slavonia, per i primi di due anni, e lunghissimi affinamenti di bottiglia, prima di uscire sul mercato. È il vertice della piramide della qualità di Firriato in assoluto. Potente, emblematico per la setosità dei suoi tannini, profondo nell’intensità dei profumi con fragranze di sottobosco, piccoli frutti rossi maturi e pregiate note balsamiche.
Un grande vino da invecchiamento. Un’eleganza che ritroviamo pienamente confermata nel Gaudensius – metodo classico in quattro diverse espressioni che con il pas dosè completa la collezione di vini spumanti dell’Etna. L’ultimo arrivato, in ordine cronologico, della famiglia Gaudensius è il coronamento di un progetto di spumantizzazione che fa di Firriato il più importante produttore di metodo classico sull’Etna. Un vino nature, in una tiratura davvero limitata, dove il vulcano trova un’impronta ancora più fedele.
Il perlage è ricco ma essenziale, caratterizzato da piccole sfere finissime. Inusuale al naso, conquista per l’accattivante nuance di frutta, di bosco e di pietra salmastra. Al palato è sferico, quasi sensuale, salato e persistente. Sosta sui lieviti per 48 mesi, dopo la sboccatura, affina in bottiglia almeno altri sei mesi prima dell’uscita sui mercati. Per parlare di Etna e del prodigio del vigneto prefillossera; Firriato ha programmato due diversi appuntamenti dedicati alla stampa: domenica 10 aprile alle ore 15 e lunedì 11, sempre alle ore 15. Sotto i riflettori il Signum Aetnae con una degustazione guidata da Federico Lombardo di Monte Iato.
Firriato è presente al Padiglione 2 Sicilia – corridoio 10° posizione 108