STRADA MANGIANDO
street food e non solo

Un marchio per la cultura gastronomica bolognese per farla diventare patrimonio Unesco

Un marchio da tutelare e valorizzare nel giusto modo: la Citta’ metropolitana di BOLOGNA avvia presso l’Unesco il percorso di candidatura della “Cultura gastronomica bolognese”, conosciuta in tutto il mondo. “Dopo ‘pizza’ – ha spiegato il capo di Gabinetto Giuseppe De Biasi (coordinatore del progetto) – il termine ‘Bolognese’ e’ quello maggiormente utilizzato nella gastronomia mondiale”. La ricerca effettuata dal Gruppo di studio a supporto delle motivazioni alla candidatura, decisa ufficialmente il 4 aprile 2018, ha rilevato che il marchio viene sfruttato commercialmente in ogni angolo della terra, senza nessun limite. “Abbiamo stimato – ha detto ancora Giuseppe De Biasi – un giro d’affari di una decina di miliardi di euro, legato all’utilizzo del termine Bolognese associato ai prodotti agroalimentari”.

Un fenomeno che e’ stato ribattezzato “Bolognese sounding”, una forma di concorrenza sleale nei confronti dei consumatori e dei produttori italiani che, tuttavia e’ considerata lecita e non perseguibile legalmente in quasi tutti i paesi al mondo. “Questa iniziativa – ha spiegato De Biasi – cerca anche di intervenire in questa problematica aiutando i consumatori a farsi gli anticorpi per difendersi dalle contraffazioni”. La Cultura gastronomica bolognese e’ infatti un bene appartenente ad una comunita’ che si identifica in un territorio che va dagli Appennini alla provincia imolese. “Bologna non e’ solo mortadella o ragu’, ma e’ un unicum che non ha eguali a livello mondiale” ha dichiarato De Biasi.

“Qui c’e’ un sistema di conoscenza e di ricerca legata all’agroalimentare – ha aggiunto il responsabile scientifico del progetto (Universita’ di Bologna) Andrea Segre’ – molto vasta: la citta’ di Bologna e’ al centro di un grande interscambio e la ricchezza dei prodotti del territorio si collega alla abilita’ delle citta’ di trasformare e conservare i prodotti. La raffinatezza del cibo ed il calore della gente portano a dire che e’ un caso unico fuori dal comune, un prodotto scaturito da una miscela di eventi, dalla natura del territorio, dalla socievolezza degli uomini, dall’arte, dalla cultura che ha forgiato il carattere della cucina bolognese”. Per dimostrarne l’unicita’ la Cultura gastronomica bolognese e’ stata comparata alla “Dieta Mediterranea”, patrimonio Unesco dal 2010 e all'”Arte del Pizzaiulo” che ha ottenuto il riconoscimento nel 2017. 

L’iter prevede entro la fine di marzo 2021 la richiesta di iscrizione nel Tentative List del Ministero dei Beni Culturali, candidatura alla lista “Patrimonio Culturale Immateriale”. Sara’ poi il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare a valutare i contenuti della domanda e deciderne l’iscrizione al “Tentative List”. Ottenuta l’iscrizione al “Tentative List” si procedera’ alla compilazione del formulario ufficiale da inviare alla Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco. Il Consiglio Direttivo della Commissione, al quale siedono anche i Ministeri competenti, entro il 20 marzo 2022 selezionera’ la candidatura da presentare entro il 31 marzo a Parigi; dopodiche’ si attendera’ il parere “referral” da parte dell’Assemblea Unesco che potra’ assumere la decisione definitiva oppure richiedere integrazioni. E proprio a quest’ultima tappa e’ giunta un’altra candidatura di Bologna, quella dei Portici.